Casa Gramatica - Impresa elettrica
Novembre 1893 : a Gravedona arriva la luce elettrica. Como, il capoluogo, l’avrà solo nel 1899.
Gravedona in una cartolina dei primi anni del Novecento:
il piazzale del pontile illuminato da una lampada elettrica.
Il documento originale con le delibere della Giunta Comunale del 6 e 30 novembre 1893 e l'approvazione della Giunta Provinciale Amministrativa del 28 dicembre 1893 N 5355.5 Div.4 e infine la firma del Prefetto di Como.
Gravedona, 1903: il lungolago con i pali della corrente elettrica.
Gravedona inizio del Novecento: nella via Regina i pali dell'elettricità.
Gravedona, inizio '900: la strada Regina, davanti a palazzo Gallio i pali della corrente elettrica.
1893 - Tariffe d’abbonamento e condizioni per la distribuzione dell’energia elettrica della rete di Gravedona.
Giugno 1898: lettera agli utenti per annunciare la diminuzione dei prezzi d’abbonamento per la " Luce Elettrica ".
1899 - Variazione di prezzo nelle tariffe: i prezzi sono diminuiti.
1895 : l'elettricità arriva a Dongo.
La luce elettrica arriva a Colico. Anno 1897
Colico 1897 - Preliminari per la vendita di una fonte d’acqua per la produzione dell’energia elettrica fra il municipio di Colico e Giovanni Gramatica.
Luglio 1905: variazione nelle tariffe per il consumo della luce elettrica.
1895: piano per la realizzazione di uno sfioratore sulla roggia Molinara sottopassante la strada comunale della Canonica a Gravedona.
Una lettera dell'Arcipretura di Gravedona firmata dal Parroco Sac. Luigi Fecchio.
Un testimone ricorda : “Era uno dei primi giorni di novembre, tornavamo dalle funzioni del Vespro ed era ormai quasi buio, ma in fondo alla strada che dalla Canonica porta al centro del paese vedemmo un lume: accesa all’angolo della Resega c’era la prima lampada elettrica. La prima in paese e forse in tutto il Lago. Era il 1893. “
Quasi una rievocazione manzoniana.
Così ebbe inizio la nuova avventura di Giovanni Gramatica, un genio , un uomo dalla mente illuminata, purtroppo tradito dalla vita, che tanto fece per dare lustro alla sua cittadina da sempre ineguagliabile perla del Lago di Como.
La Società Elettrica G. Gramatica, passata poi al figlio Luigi , rimase in funzione fino al 1958 quando cessò la sua attività per la statalizzazione della distribuzione dell’energia elettrica.
Ma il tempo si è fermato a quel 1958 e la struttura della Centrale Elettrica è rimasta inalterata fino agli anni ‘80 quando è stata smantellata.
Negli anni ‘70 un ragazzino milanese cresciuto a Gravedona , passava le sue giornate piovose nella bottega del Signor Luigi Gramatica da tutti conosciuto in paese come “ El scior Gino “.
La bottega si affacciava su Piazza Mazzini. Era fornitissima di tutto ciò che veniva offerto dalla tecnologia di allora e il Signor Gino, da tutti stimato per la sua bontà, semplicità, onestà e per il suo carattere allegro, era specializzato in impianti elettrici e televisivi.
Il ragazzino lo seguiva sempre divertito e interessato a tutto ciò che lui diceva, faceva e gli spiegava. Lo aiutava passandogli i ferri durante i lavori, prendendosi anche dei rimproveri, lo aiutava nella preparazione della Festa del 14 di Agosto controllando che tutte le lampadine per le luminarie funzionassero, e anche in qualche lavoro inutile che il Signor Gino si divertiva a fare nella sua grande officina alla Resega.
A fine giornata riceveva una mancia di 500 lire. Era felice, anche
perché nel Signor Gino vedeva il nonno che non aveva mai conosciuto.
Ma la felicità arrivava al massimo quando il ragazzino si sentiva dire: “Bert andemm in Siberia”.
Andare in Siberia ( è la località più fredda di Gravedona )voleva dire riattivare la Centrale Elettrica. In quell’area c’era e c’è la ripresa del fiume Liro, cioè una cascata, e da lì parte un canale, a tratti interrato, che dopo un lungo percorso per il paese , arrivava ad alimentare la Centrale Elettrica Gramatica.
Lungo il percorso del canale c’erano delle chiuse che venivano calate a mano per permettere il riempimento del canale stesso. L’acqua a fine corsa arrivava alla Resega , sede della Centrale Elettrica, dove c’era la vasca di raccolta anch’essa fornita di una chiusa. A paratia aperta l’acqua proseguiva il suo corso verso il lago sfociando tra i giardini di P.za Trieste e l’ A.V.A.L, mentre l’acqua di scarico della vasca della turbina usciva dopo l’ A.V.A.L. sotto l’allora residenza della famiglia Gramatica , oggi casa Re, detta , da sempre, il Vaticano.
Se la paratia veniva calata l’acqua entrava in un condotta sotterranea, protetta da una grata tenuta sempre pulita da un rastrello comandato elettricamente, e andava a riempire la vasca dove era alloggiata la turbina.
Nel locale dove c’era la vasca con la turbina c’erano il motore che generava la corrente e il quadro elettrico con gli interruttori a coltello (vedi fotografia ).
L’acqua cominciava a riempire la vasca, il livello saliva fino a raggiungere un galleggiante che ne regolava il flusso. Venivano armati gli interruttori a coltello e tutto si metteva in moto.
Ovviamente non succedeva nulla: nessuna potenza elettrica correva più nei fili essendo inattiva. Ma nella fantasia del ragazzino Gravedona in quel momento si illuminava così come si illuminavano gli occhi del Signor Gino ,pieni di ricordi, di lavoro, di fatica e anche di tanta soddisfazione.
E’ passato tanto tempo dagli anni ‘70, ma nella mente di quell’ ex ragazzino, è ancora vivo il ricordo di quei giorni, di quelle immagini, di quelle emozioni che riportano tutto a una grande storia di una piccola comunità sulla sponda occidentale del Lago di Como.
Quel ragazzino sono io e oggi ringrazio il Prof. Riccardo Gramatica, che tanto fa per tener viva la memoria della sua famiglia, per avermi chiesto di raccontare questa breve storia, parte importante e indelebile della mia infanzia.
Ringrazio e ricordo sempre con grande affetto il Signor Gino per avermi dato la possibilità di vivere questa indimenticabile avventura.
Con infinita stima e gratitudine
Alberto Ressa
Gravedona, 25 marzo 2022
Prosegui, vai a: Cinematografo Stella d'Italia